Relazione di Antonio Bruno Capogruppo Federazione della Sinistra Comune di Genova
firenze1010 9 novembre 2012
L'esperienza di Genova
Nel maggio 2012 Genova elegge Sindaco Marco Doria, professore universitario, proposto da SeL e sostenuto da comitati molto attivi capaci di coinvolgere nella campagna elettorale esponenti della societa’ civile come don Andrea Gallo, della Comunitˆ di San Benedetto al Porto.
Anche la fallimentare esperienza del precedente Sindaco Marta Vincenzi, travolta dall’alluvione del 4 novembre 2011, che causò sei morti e su cui è in corso un’indagine della magistratura, permise al “candidato dei movimenti” di superare le destre e il Movimento 5 Stelle.
Punti di forza del suo programma furono lo sviluppo di processi partecipativi e il blocco della costruzione della “Gronda di Ponente”, un tratto autostradale di 15 chilometri dal pesante impatto ambientale, dal costo rilevante (più di 3 miliardi di euro) e dalla discutibile utilità in quanto drenerebbe solo il 20 per cento del traffico del nodo autostradale genovese.
Tutto questo ispirò speranze di rinnovamento e gli consentì di vincere strappando voti all’astensione e ai seguaci di Beppe Grillo che invece a Parma superano il centrosinistra.
Dopo solo 5 mesi di governo, il nuovo sindaco è già in difficoltà. Così tenta di smarcarsi dal pressing del PD che vuole la costruzione della Gronda mentre la sua politica di gestione dei rifiuti enfatizza la raccolta differenziata e il riciclo piuttosto che il trattamento termico (inceneritore o gassificatore).
Nel frattempo, la maggioranza del Consiglio Comunale ripensa alla privatizzazione del trasporto pubblico (nonostante l’esperienza fallimentare del socio Transdev negli anni dal 2005 al 2011) rassegnandosi a cedere ai privati quote di aziende pubbliche in risposta alle politiche recessive del governo.
E i processi partecipativi? Nulla è stato fatto anzi, nessun confronto con la cittadinanza sulle poche scelte ad oggi operate da questa amministrazione.
Quella stessa speranza instillata dalla “primavera Doria” rischia ora di tornare indietro come un boomerang di sfiducia dando così nuova linfa ad antipolitica e scetticismo.
Ma la storia non è già scritta.
Per questo siamo qui oggi e per questo continueremo a proporre politiche a favore dei servizi pubblici una volta tornati nelle nostre città che vogliamo rendere sempre più vivibili.
Nel maggio 2012 Genova elegge Sindaco Marco Doria, professore universitario, proposto da SeL e sostenuto da comitati molto attivi capaci di coinvolgere nella campagna elettorale esponenti della societa’ civile come don Andrea Gallo, della Comunitˆ di San Benedetto al Porto.
Anche la fallimentare esperienza del precedente Sindaco Marta Vincenzi, travolta dall’alluvione del 4 novembre 2011, che causò sei morti e su cui è in corso un’indagine della magistratura, permise al “candidato dei movimenti” di superare le destre e il Movimento 5 Stelle.
Punti di forza del suo programma furono lo sviluppo di processi partecipativi e il blocco della costruzione della “Gronda di Ponente”, un tratto autostradale di 15 chilometri dal pesante impatto ambientale, dal costo rilevante (più di 3 miliardi di euro) e dalla discutibile utilità in quanto drenerebbe solo il 20 per cento del traffico del nodo autostradale genovese.
Tutto questo ispirò speranze di rinnovamento e gli consentì di vincere strappando voti all’astensione e ai seguaci di Beppe Grillo che invece a Parma superano il centrosinistra.
Dopo solo 5 mesi di governo, il nuovo sindaco è già in difficoltà. Così tenta di smarcarsi dal pressing del PD che vuole la costruzione della Gronda mentre la sua politica di gestione dei rifiuti enfatizza la raccolta differenziata e il riciclo piuttosto che il trattamento termico (inceneritore o gassificatore).
Nel frattempo, la maggioranza del Consiglio Comunale ripensa alla privatizzazione del trasporto pubblico (nonostante l’esperienza fallimentare del socio Transdev negli anni dal 2005 al 2011) rassegnandosi a cedere ai privati quote di aziende pubbliche in risposta alle politiche recessive del governo.
E i processi partecipativi? Nulla è stato fatto anzi, nessun confronto con la cittadinanza sulle poche scelte ad oggi operate da questa amministrazione.
Quella stessa speranza instillata dalla “primavera Doria” rischia ora di tornare indietro come un boomerang di sfiducia dando così nuova linfa ad antipolitica e scetticismo.
Ma la storia non è già scritta.
Per questo siamo qui oggi e per questo continueremo a proporre politiche a favore dei servizi pubblici una volta tornati nelle nostre città che vogliamo rendere sempre più vivibili.